Tra gli allenatori più significativi degli ultimi anni c’è senz’altro Pep Guardiola, capace di imporre una propria personale visione di gioco nei tre grandi team che ha guidato.
La chiave del suo successo è certamente la grande conoscenza di questo mondo, la leadership e l’intelligenza emotiva, ma certamente anche la capacità di sviluppare gli elementi peculiari della sua tattica e di farli interpretare al meglio ai suoi giocatori.
Il calcio di Guardiola offre alcuni concetti basilari di grande interesse, che possono diventare anche dei validi spunti per chi vuol capire meglio il legame possibile fra moduli e giocatori, ma che comunque presuppongono tutti una caratteristica fondamentale: la mentalità.
È così possibile isolare 10 concetti-chiave nel calcio di Guardiola:
- Attaccare lo spazio piccolo e difendere lo spazio grande: un
approccio potenzialmente complicato, ma che tuttavia Pep risolve tenendo sempre in
mano il pallino del gioco.
- Correre in possesso palla è meno dispendioso che rincorrere:
ciò ottimizza la resa della squadra, anche in termini estetici e di spettacolo, ma
soprattutto serve a vincere.
- Il prerequisito fondamentale è la costruzione dal basso: da qui
nasce la pressione complessiva verso l’avversario, ma richiede che le distanze tra
i giocatori siano corrette e che la qualità dei passaggi sia di livello.
- La giocata sicura è preferibile alla giocata forzata: la
forzatura ha senso solo se crea davvero un vantaggio immediato, altrimenti è
l’amministrazione del pallone con una lunga serie di passaggi che sviluppa
efficacemente la transizione.
- La dinamica consente di disequilibrare gli avversari: le
squadre di Guardiola sono equilibrate ma estremamente mobili nell’occupazione
degli spazi, e fanno progredire il loro gioco rompendo le connessioni tattiche
degli avversari.
- Il giocatore fa comunque la differenza: l’organizzazione è
decisiva, però sono i giocatori a incarnare il progetto tecnico, e l’allenatore
deve essere emotivamente capace di comunicarlo.
- I principi sono rigidi, ma ci si adatta con intelligenza: qui
sta la grande modernità nell’approccio di Guardiola, dove la qualità del singolo
valorizza lo spartito generale, e in cui c’è una dialettica costante fra ciò che
Pep chiede e il modo in cui lo adatta alle caratteristiche della sua rosa e della
competizione in cui si misura.
- Sostanzialmente, esiste un’unica fase: ogni cosa inizia con la
palla e finisce con la palla, e l’analisi del ciclo di gioco converge sempre sulla
volontà di concentrarsi sul pallone e attaccare.
- È nelle transizioni che si vince: la gestione del disequilibrio
significa governare le transizioni, reagire subito alla perdita del possesso e
aggredire l’avversario per tornare immediatamente padroni della palla e del
gioco.
- Imparare continuamente: la crescita personale è un fattore
determinante nei successi, e la volontà di sfidare i competitori è un vettore
decisivo per migliorarsi e rimanere ai vertici.
(tratto da: “I punti chiave della tattica di Pep
Guardiola”
di Massimo Lucchesi, CEO di Allenatore.net,
pubblicato su Tactical LAB n.1/2018 https://www.massimolucchesi.net/)
Un grande allenatore fa certamente la differenza, ma tattiche e moduli di calcio si basano si un aspetto fondamentale: lo stato di forma dei giocatori. La tecnologia è sempre più una componente di rilievo nell'analisi e nella gestione della preparazione fisica e tattica di una squadra. Per questo una piattaforma evoluta come Hitrech può realmente dare un enorme vantaggio competitivo.